Malato di montagna

La sua prima montagna è stata il Picco Palù, una cima oltre i tremila metri abbastanza impegnativa. All’epoca Hans Kammerlander aveva solamente otto anni e dopo aver nascosto la borsa della scuola, seguì due turisti in vetta per scoprire cosa lo avrebbe aspettato una volta raggiunta la meta. Nessuno, nemmeno Kammerlander stesso, poteva intuire che in quell’istante sarebbe iniziata una carriera alpinistica che lo avrebbe portato a scalare le cime più alte del mondo. 

Dopo il Picco Palù seguirono le montagne della sua amata patria, l’Alto Adige, poi le Alpi dello Zillertal, le Vedrette di Ries, il Gruppo del Durra, le Dolomiti, poi l’Ortles, il Mont Blanc, il Cervino e la parete nord dell’Eiger – in tutti questi luoghi lo scalatore estremo ha lasciato un segno indelebile del suo passaggio. Il viaggio continua verso sette montagne oltre gli ottomila metri in compagnia di Reinhold Messner, poi altre 5 per un totale complessivo di 12 cime da ottomila sulle 14 esistenti. Presso il Shisha Pangma Kammerlander ha raggiunto la cima di mezzo e la spedizione al Manaslu è finita in tragedia. 

L’ascesa al Mount Everest e la conclusiva discesa con gli sci dalla cima è certamente uno dei momenti più alti della sua carriera di “malato di montagna”. Questo libro è diventato negli anni un vero bestseller. Egli è onesto e autentico, dalla prima all’ultima riga. Geo-Saison lo descrive così: “un libro sull’ossessione della montagna, divertente e raccontato con molta autoironia...”.

Libro tascabile, con la partecipazione di Walther Lücker, 348 pagine, numerose foto, uscito nel 1999 con l’editore “Piper”. 

Su richiesta il libro sarà autografato da Hans Kammerlander.